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    Legenda

    Nel 1486 due teologi domenicani, Heinrich Institor e Jacob Sprenger, pubblicarono un libro destinato a un enorme successo, il Martello delle streghe (in latino, Malleus maleficarum). Il titolo spiegava molto bene lo scopo del libro: colpire con la durezza di un martello le streghe senza lasciarsi ingannare dalle apparenze. Si trattava infatti di un testo destinato agli inquisitori che avevano il “difficile” compito di trovare le prove per far condannare a morte quelle poverette che la pazzia collettiva riteneva delle streghe Questo dipinto ha per titolo L’assemblea delle streghe ed è un’opera di Frans Francken II (1581-1642) che interpretò esattamente quanto si immaginava facessero le streghe.

    Numerose donne di ogni condizione sociale partecipano all’assemblea: la stregoneria appariva infatti come un pericolo in cui potevano incorrere tutte le donne, sia ricche che povere.

    Le streghe avevano il potere di causare malefici così da danneggiare le persone odiate. La società si doveva dunque difendere in tutti i modi da persone così pericolose.

    Vendere l’anima al diavolo prevedeva talvolta la “firma” di un vero e proprio contratto; in altri casi il diavolo poneva un segno sul corpo della sua nuova vittima.

    Così come tutto quello che proviene da Dio è armonia, la presenza del diavolo rende tutto orribile; le persone cessano di ragionare e si comportano come dei pazzi.

    Il diavolo e i suoi servitori potevano anche trasformarsi in rospi, caproni o altri animali che apparivano strani, inquietanti.

    Note

    L’Inquisizione, il Martello delle streghe

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